Strumenti e apparecchiature esposte
Durante il convegno si è partiti dagli albori della telegrafia, arrivando sino alle macchine criptatrici e persino al primo elaboratore di Turing, il Colossus: quindi un ampio spettro di interventi.
Qui troverete alcune delle apparecchiature telegrafiche esposte.
Tasto utilizzato in telegrafia ottica, periodo fine '800, ha come particolarità una camma azionata per mezzo di una manopola che pone in chiusura il tasto e la lampada in accensione.
Materiali: metallo verniciato per la base, ottone per la meccanica e bakelite per il pomolo.
Quella che segue è la traduzione di un intervento del Prof. Tom Perera W1TP in merito al "doppio" tasto esposto alla Convention, grazie al supporto di Eliseo IK6BAK.
"Questa è una meravigliosa chiave italiana utilizzata nella telegrafia sottomarina. Questi tasti per cavi telegrafici sottomarini sono molto rari, ne sono stati prodotti solo pochi esemplari che venivano utilizzati per i servizi via cavo sottomarino (oceanico) che collegavano un paese a un altro, quindi se ne trovano in quantità limitata.
La storia di questi tasti o meglio del servizio sottomarino è complicata.
I cavi erano molto lunghi e si comportavano come dei grandi condensatori, questo rallentava le comunicazioni che avvenivano per mezzo di una particolare manipolazione.
Da qui l'intuizione di operare con un doppio tasto, una leva era utilizzata per emettere i punti con tensione positiva sul cavo sottomarino, l'altra leva emetteva la linea inviando una corrente al cavo con valore di tensione negativo. Le tensioni positive e negative lavoravano una contro l'altra e questo permetteva di accelerare le trasmissione.
Per visualizzare le mie pagine sul telegrafo sottomarino : http://w1tp.com/m1000.. . htm e http://w1tp.com/m3000.htm, mentre le mie spedizioni subacquee per recuperare i cavi sono visibili qui: http://w1tp.com/mcable.htm "
Testo originale oggetto della traduzione:
" That is a wonderful Italian Submarine telegraph cable key. These submarine telegraph cable keys are very rare because there were only a few cables that went underwater from one country to another and so few such keys were made. The story of these keys is complicated. The cables were very long and acted like BIG capacitors. This slowed down the rate at which dots and dashes could be sent. To speed this up, One key was used for dots and it put a POSITIVE (+) voltage on the submarine cable. The other key put a NEGATIVE (-) voltage on the cable. The positive and negative voltages worked against each other and this speeded up transmission. See my submarine telegraph cable keys number 190 and 192 in: http://w1tp.com/m1000.htm and numbers 1010 - 1015 in http://w1tp.com/m3000.htm and my diving expeditions to recover the cables: http://w1tp.com/mcable.htm "
Stazione telegrafica portatile italiana Pio Pion. Usata sia in ambito
civile che militare. Appare nei manuali d'epoca delle Regie Poste e dei telegrafisti Militari già nei primissimi anni
del '900.
Banco di prova "Allocchio Bacchini" usato nei laboratori postali per
riparazioni e prove su apparecchiature telegrafiche via filo.
E' da notare la raffinatezza e la cura con cui è costruito tale
strumento, d'altra parte la Allocchio Bacchini fu un autentico fiore
all'occhiello dell'industria italiana.
Eliografo, ossia strumento per trasmettere messaggi mediante la luce del sole. L'esemplare in mostra, modello MK V dell'Esercito Inglese fabbricato dalla britannica W&J.G. Ltd, era denominato "Mance" dal nome dell'ideatore ed è del periodo della Seconda Guerra Mondiale; tuttavia in ambito militare questo strumento, pressoché invariato, fu in uso sin dalla metà dell'Ottocento. La meccanica e gli specchi riflettenti erano costruiti con grande precisione, i segnali emessi raggiungevano 50 miglia e oltre.
A questo link vi è un clip di dimostrazione dell'eliografo MK V.
Cassettina francese in legno con galvanometro, usata dai guardiafili per la verifica sul campo dei cavi telegrafici.
Sotto il particolare dell'interno, foto gentilmente concessa dal sito Morsekey.net
Pila Leclanché. Da "Il manuale del telegrafista, edizione 1899": "Le coppie Leclanché hanno pure per elettrodo negativo una lastra di zinco o una bacchetta di questo metallo immersa in una soluzione concentrata di sal ammonico; l'altro elettrodo è una lastra di carbone compatto compressa in un vaso poroso insieme a una miscela di biossido di manganese e carbone a grossi grani oppure coperta sulle due facce da un conglomerato compatto di queste sostanze. ... Il conglomerato si compone di 40 parti di manganese, 55 di coke del gas e 5 di ceralacca e si prepara a 100° C sotto 300 atmosfere di pressione."
Pagina dedicata alla pila di Leclanchè estratto dal sito morsekey.net